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11 settembre 2001
660 articoli


Secondo Thierry Meyssan, oggi in Francia le relazioni internazionali sono escluse dal dibattito democratico – è la dottrina del «campo riservato al presidente della Repubblica». Di conseguenza, ogni analisi che si discosti dalla linea ufficiale è bollata come «cospirazionista». Ebbene, il ruolo dei veri giornalisti non è fare da cassa di risonanza alla comunicazione presidenziale, e nemmeno d’interpretarla, bensì cercare fatti e analizzarli.

A febbraio scorso, a New York, è nato il Comitato Giuristi per un’Inchiesta sull’11 Settembre (Lawyers Committee for 9/11 Inquiry), che nel mese di aprile ha depositato alla procura distrettuale di New York Sud una petizione di 52 pagine e 57 reperti. Alla scadenza dei sei mesi regolamentari il procuratore ha designato un Grand Jury per esaminare l’esposto.
Il Comitato non mette in discussione in questa fase la versione bushiana degli attentati dell’11 settembre 2001. Non si pronuncia (...)

Signor Presidente,
i crimini dell’11 Settembre 2001 non sono mai stati giudicati nel suo Paese. Le scrivo in quanto cittadino francese che ha denunciato per primo le incongruenze della versione ufficiale, aprendo un dibattito a livello mondiale su chi siano i veri colpevoli.
Se fossimo giurati in un tribunale penale dovremmo decidere della colpevolezza o dell’innocenza del sospettato ed eventualmente stabilire la pena. Dopo i fatti dell’11 Settembre, l’amministrazione Bush Jr. ci ha detto che (...)

Il Pentagono ha rinviato a data da destinarsi il processo a Khalid Sheikh Mohammed, che ritiene essere la mente degli attentati dell’11 settembre 2001.
Prelevato in Pakistan da un commando USA il 1° marzo 2003, poi rinchiuso in una prigione segreta in Giordania e a lungo torturato, l’accusato del Pentagono, Khalid Sheikh Mohammed, ancora una volta non sarà giudicato.
Nel 2009 era stata annunciata la sentenza di un tribunale civile. Tuttavia, il giudizio era stato ulteriormente deferito alla (...)

Per le commemorazioni dell’11 settembre il presidente Donald Trump ha vietato ai membri del suo gabinetto ogni riferimento, anche minimo, a supposti cospiratori “islamici”.
All’epoca, il presidente George W. Bush aveva accusato Osama Bin Laden e una ventina di complici di aver organizzato gli attentati, riuscendo a sconfiggere l’esercito più forte del mondo. Bush istituì una commissione d’inchiesta che convalidò la propria versione, senza prendere in considerazione interpretazioni diverse. (...)

Donald Trump s’è rifiutato di indossare gli stessi abiti presidenziali dei predecessori e ha approfittato del discorso d’investitura per irridere il Sistema e annunciare un cambiamento di paradigma. Ha costituito la sua squadra per la Sicurezza in funzione di due temi: lo sradicamento di Daesh e l’opposizione all’11 settembre. Due fili conduttori che mirano a porre fine al processo di globalizzazione.

Da quindici anni esperti stipendiati dal governo federale degli Stati Uniti asseriscono che i crolli delle Torri Gemelle e della Torre 7 del World Trade Center dell’11 settembre 2001 sono stati causati dallo schianto sulle prime due torri di due aerei di linea.
La prestigiosissima European Physical Society non la pensa così. Sulla rivista European Physics News è stato infatti appena pubblicato un articolo di Steven Jones, Robert Korol, Anthony Szamboti e Ted Walter che mette in evidenza come (...)

Gli Stati Uniti e i loro alleati commemorano il 15° anniversario dell’11 settembre. Per Thierry Meyssan è l’occasione per fare il punto sulla politica di Washington, a partire da quella data; un bilancio particolarmente cupo. Delle due l’una: o la versione degli attentati da parte della Casa Bianca è autentica, e in tal caso la sua risposta agli attacchi è particolarmente controproducente; o è menzognera e, in questo caso, è riuscita a saccheggiare il Medio Oriente allargato.
Il rapporto del Congresso sulla tortura conferma che al-Qa’ida non è implicata negli attentati dell’11 Settembre
di
Thierry Meyssan

Gli estratti, resi pubblici, del rapporto della Commissione del Senato statunitense sul programma segreto di tortura della CIA mettono in evidenza una vasta organizzazione criminale. Thierry Meyssan ha letto per voi le 525 pagine di questo documento. E ha trovato la prova di quello che sostiene da anni.

E’ il 13-esimo anniversario dell’11 settembre 2001. E io continuo a seguire il lavoro dal team Consensus911 (ai cui materiali rimando, in questo caso al punto Flt-4v, Unexplained Black Box anomalies…)
Premetto che, sebbene io abbia seguito questo lavoro collettivo, durante tutti questi anni, ogni volta che ne approfondisco gli aspetti, rimango stupito della impressionante evidenza: l’intera storia raccontata al mondo dai ministeri della propaganda (cioè dal mainstream occidentale) è una (...)

Come promesso ai lettori di questo blog, continuo a informarli sulla prosecuzione dei lavori del ‘9/11 Consensus Panel‘, del quale faccio parte (colgo l’occasione per informare anche che due nuovi membri si sono aggiunti al panel e si tratta di Jonathan Cole, ingegnere civile, e di Daniele Ganser, storico, direttore del SIPER (Swiss Institute for Peace and Energy Research), docente dell’Univesrità di San Gallo e dell’Università di Basilea) .
Questa volta il panel ha preso in esame la davvero (...)

Il ruolo d’Israele negli eventi dell’11 settembre 2001, che hanno determinato il XXI.mo secolo, è oggetto di aspre polemiche, o piuttosto di un vero tabù, anche nel “movimento per la verità sull’11 settembre” (9/11 Truth Movement), ignorando l’autore che ne ha suscitato lo scandalo: Thierry Meyssan. La maggior parte dei gruppi militanti, mobilitatisi sotto lo slogan “l’11/9 è stato un lavoro interno” resta scettica di fronte alle prove che accusano i servizi segreti dello Stato ebraico. Laurent Guyenot fa il punto su dati incontestabili ma sconosciuti, e analizza il meccanismo della negazione.
Intervista alla rivista serba Geopolitika
Thierry Meyssan: "I terroristi siriani sono stati addestrati dall’UCK in Kosovo" di
Slobodan Eric

Il decimo anniversario degli attacchi dell’11 settembre ha dato luogo a una grande varietà di articoli, documentari e programmi audiovisivi per certificare la versione Bushita degli eventi, mentre l’opinione pubblica mondiale è diventata in gran parte scettica. Per Thierry Meyssan, che ha all’origine del dibattito mondiale sull’interpretazione degli attacchi, questa massiccia campagna dei media è l’ultimo tentativo del sistema imperiale di preservare la sua legittimità apparente e giustificare le sue guerre future.

La direzione del 64.mo Festival di Cannes ha deciso di onorare due film di dissidenti iraniani: Questo non è un film, di Panahi e Mirtahmasb, sarà presentati in sessione speciale, mentre Arrivederci, di Mohammad Rasoulof, si aggiunge alla selezione ’Un Certain Regard’.
Conformemente alla sua linea politica, il Festival ha accolto cinque film presentati dall’Iran, ma ha deciso di dargli l’importanza minore possibile. Tra cui, The 9/11 Black Box (La scatola nera dell’11 Settembre) di Mohamedreza (...)

Intervenendo, il 13 ottobre 2010, davanti ai sostenitori della resistenza riunitisi a decine di migliaia ad Al-Raya (periferia sud di Beirut), Mahmoud Ahmadinejad è tornato, ancora una volta, sulla questione 11 settembre.
Il presidente iraniano, che aveva chiesto la creazione di una commissione d’inchiesta indipendente all’Assemblea generale dell’ONU, ha ribadito che è l’unica via d’uscita al meglio dalla crisi internazionale.
Sviluppando il suo pensiero, ha indicato che c’erano forti indizi (...)

Il leader dell’opposizione iraniana filo-Usa, Mir Hossein Mousavi, ha accusato il presidente Mahmoud Ahmadinejad di avere ancor più isolato il paese chiedendo una commissione d’inchiesta sull’11 settembre alla tribuna delle Nazioni Unite.
"Chi vi ha dato il mandato di metterci tutto il mondo contro con il vostro avventurismo e la vostra dittatura, aggravando la situazione economica e politica attuale?" Ha detto sul suo sito web, Kaleme.com. "Non vi applaudiamo neanche! Convocate un referendum (...)

Il discorso di Ahmadinejad alle Nazioni Unite ha portato ad una massiccia campagna di disinformazione in occidente e una pronta risposta di Obama verso il popolo iraniano. Al di là dei lanci d’agenzia distorti e sulla base di testi originali, Thierry Meyssan delinea le questioni reali del dibattito indiretto tra i due capi di stato.

Il tempo passa. Nove anni dopo i devastanti attacchi agli Stati Uniti, la lucidità e la tenacia di Thierry Meyssan portano i loro frutti: la grande maggioranza delle persone, in tutto il mondo, non crede più alla versione del governo degli Stati Uniti. Questo succede negli Stati Uniti, dove una recente indagine stima che il 74% delle persone abbiano dei dubbi. Anche i funzionari della Commissione d’inchiesta presidenziale ammettono di non essere convinti dalla relazione che hanno firmato. Per il tenace iniziatore di questa discussione, non è il momento di discutere l’impossibilità della versione ufficiale, si devono ora impegnare le Nazioni Unite e perseguire i veri colpevoli.

Il rapporto ufficiale del National Transportation Safety Board (NTSB) sui due aerei che colpirono il World Trade Center, l’11 settembre 2001, dimostra che volavano rispettivamente a 945 km/h e 796 km/h.
Tuttavia, l’associazione statunitense Pilots For 911 Truth rileva che, secondo il costruttore, il Boeing 767 non è più manovrabile se va oltre i 660 chilometri all’ora. Questi dati sono stati confermati dall’ex dirigente della NASA, Dwain Deets.
Ne consegue che gli aerei che hanno colpito il (...)

Le agenzie di stampa hanno fatto menzione di una lettera del presidente della Repubblica islamica dell’Iran, Mahmoud Ahmadinejad, al Segretario generale dell’ONU Ban Ki-Moon, il 13 aprile 2010.
I primi dispacci indicavano che l’Iran avrebbe voluto aprire le indagini sugli attentati dell’11 settembre 2001 e una condanna degli attentati compiuti nel paese dal Jundallah, un’organizzazione terroristica controllata dalla NATO. Tuttavia, la rivista Foreign Policy, edita dalla Brookings Institution, (...)

Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha detto che suo padre aveva previsto gli attacchi dell’11 settembre 2001, già negli anni ’90.
Il quotidiano israeliano Haaretz, ha riferito che queste osservazioni sono state fatte durante la cerimonia in memoria del padre del primo ministro, lo storico Ben-Zion Netanyahu, il 7 Marzo 2010, presso il Menachem Begin Heritage Center, alla presenza di numerose personalità, tra cui il presidente Shimon Peres.
Il Primo Ministro ha aggiunto che (...)

Nel discorso pronunciato l’8 marzo, davanti ai servizi nazionali dell’intelligence iraniana, il presidente Mahmoud Ahmadinejad ha presentato la sua visione del mondo e delle relazioni internazionali.
Riferendosi agli attacchi dell’11 settembre 2001 che hanno segnato una svolta nella storia contemporanea, ha denunciata l’incredibile menzogna che ha permesso soprattutto di giustificare l’invasione dell’Afghanistan.
Per il presidente iraniano, l’uso del terrorismo e della guerra è una (...)

Secondo la relazione della Commissione Presidenziale Kean-Hamilton, il volo 77 sarebbe stato dirottato dai pirati dell’aria, l’11 Settembre 2001, e si sarebbe schiantato contro il Pentagono.
La relazione afferma che il dirottamento ha avuto luogo tra le 8:51 (ora dell’ultimo contatto radio) e le 8:54 (momento in cui l’aereo cambiò rotta) e che essendo stato spento il transponder, si persero le tracce del velivolo alle 8:56. Fu solo alle 9:32 che l’aviazione civile notò un aereo presso (...)

Otto anni dopo gli attentati dell’11 settembre, Thierry Meyssan, che aveva avviato la sfida globale alla validità della versione di Bush dei fatti, riassume lo stato del dibattito per la nuova rivista russa Odnako.
Il dissidente francese denuncia la "cortina di ferro" che separa a i popoli della NATO dal resto del mondo. Sottoposti a un bombardamento mediatico, non sono a conoscenza dei dibattiti che si sviluppano fuori dall’Occidente e continuano a credere che la sfida del 11 settembre è limitata a pochi gruppi di attivisti.
Thierry Meyssan si interroga anche sull’ingenuità degli occidentali che credono a uno scenario infantile da fumetti americani, secondo cui venti fanatici avrebbero potuto colpire al cuore il più grande impero militare del (...)

Come videografo ufficiale del governo USA, Kurt Sonnenfeld fu assegnato alla zona di Ground Zero dopo l’11 settembre 2001 e lì trascorse un mese, registrando 29 cassette: “Ciò che ho visto in certi luoghi e in certi momenti... è abbastanza sconvolgente!”. Non ha mai consegnato quei nastri alle autorità e da allora è stato oggetto di persecuzione. Kurt Sonnenfeld vive in esilio in Argentina, dove ha scritto “El Perseguido” (Il perseguitato). Nel suo libro, pubblicato di recente, racconta la storia del suo incubo senza fine e conficca un altro chiodo nella bara della versione ufficiale governativa degli eventi dell’11/9. Qui sotto pubblichiamo un’intervista esclusiva raccolta da Voltairenet.

Mentre i grandi mezzi di comunicazione dei Paesi aderenti alla NATO hanno santificato il rapporto della commissione presidenziale Kean-Hamilton relativo agli attentati del’11 Settembre, il comico Jean-Marie Bigard si fa beffe di questa assurda storia in un clamoroso successo. Infatti, non più possibile sostenere la versione del governo, senza provocare ilarità.

Portate in tribunale dalle famiglie delle vittime degli attentati dell’11 settembre 2001, le compagnie aeree hanno sostenuto che anche se fossero aumentate le misure di sicurezza, gli attacchi avrebbero avuto successo.
Secondo i loro avvocati, l’inerzia delle autorità è sufficiente a spiegare i risultati di quel giorno disastroso. Per sviluppare la loro tesi, gli avvocati difensori hanno voluto chiamare a testimoniare degli agenti dell’FBI.
Infatti, dopo gli attentati l’FBI ha condotto una (...)

Il professor David Ray Griffin, negli Stati Uniti figura centrale del movimento per la verità sull’11 settembre, sta conducendo un ciclo di conferenze in Europa di cui riproduciamo il testo. Egli fa il punto sullo stato della contestazione: ormai numerose associazioni professionali si sono costituite per apportare le perizie necessarie a dimostrare le menzogne della versione Bush degli attentati. Soprattutto, l’FBI ha indicato di non avere elementi che permettano di attribuire ad Osama bin Laden la responsabilità di questi attentati e ha dimostrato che le pretese telefonate da parte dei passeggeri degli aerei dirottati non sono mai esistite. La versione governativa non ha più alcun fondamento.

Influente politologo russo uscito dagli ambienti nazionalisti, il Generale Leonid Ivashov era capo di stato maggiore nel periodo dell’11 settembre 2001. Quel giorno, egli aveva messa all’erta i suoi satelliti per osservare le manovre militari aeree annunciate negli USA, ma si trovò di fronte a tutt’altro spettacolo. Viste le analisi di quell’avvenimento effettuate dai suoi esperti, egli ha scartato l’ipotesi Al-Qaïda e ha concluso per una provocazione dell’elite finanziaria anglosassone. Su tale base, ha sviluppato la visione strategica russa del mondo post-11 settembre. In questa sede, riproduciamo uno dei suoi articoli, rappresentativo del suo pensiero e di quello degli ufficiali superiori russi. Il lettore sarà sorpreso nel constatare che ciò che nei paesi della NATO è considerato un delirio, è un’evidente verità in Russia come, del resto, in numerose altre regioni del mondo. Al di là della questione di stabilire la verità, l’onestà intellettuale esige di capire e di accettare la relatività (...)
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