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La Francia si rende conto un po’ in ritardo che gli jihadisti che hanno compiuto attentati sul suo territorio, nonché gli altri che ne stanno preparando di nuovi, hanno il sostegno di Stati stranieri, alleati militari all’interno della NATO. Il rifiuto di trarne le conseguenze in politica estera rende poco efficace il progetto di legge per contrastare l’islamismo.

Il ministro degli Interni francese, Gérard Damarmin (foto), ha avviato la costituzione di un dossier sui Lupi Grigi, al fine di ottenerne la dissoluzione da parte del consiglio dei ministri.
A fine ottobre 2020 i Lupi Grigi hanno tentato di organizzare in Francia pogrom contro gli armeni e vandalizzato il memoriale del genocidio armeno.
I Lupi Grigi sono un gruppo fascista armato, branca militare del Partito d’Azione Nazionalista turco (MHP). Sono altresì la milizia segreta turca al servizio (...)

Questa settimana, in Francia, l’organizzazione nazionalista turca dei Lupi Grigi ha tentato di organizzare pogrom anti-armeni negli agglomerati di Digione, Lione e Vienne.
I manifestanti scandivano «Allah Akbar!» e «Morte agli armeni!». Sono stati dispersi dalle forze dell’ordine.
I Lupi Grigi sono la branca paramilitare del Partito del Movimento Nazionalista turco (MHP). Si definiscono neofascisti, anticomunisti, anti-greci, anti-kurdi, anti-armeni, omofobi, antisemiti e anticristiani. Sono (...)

In Francia la libertà di espressione è un diritto fondamentale, ma l’insulto e la diffamazione sono reati, ricorda l’editore Arno Mansouri. Partendo da questo punto di vista, se abbiamo il coraggio di guardare le cose in faccia invece di lasciarci fuorviare dalla narrazione dominante, dobbiamo riconoscere che Samuel Paty non stava difendendo la libertà di espressione, ma insultando tutti i mussulmani. Non possiamo stare dalla parte né degli integralisti islamici che l’hanno abiettamente assassinato né degli integralisti laici che nascondono gl’insulti alle religioni dietro un diritto fondamentale. Militiamo invece per la libertà di coscienza e per la laicità sancite dalla legge del 1905.

Il 16 ottobre 2020 i giudici d’istruzione Aude Buresi e Marc Sommerer, successori del giudice Serge Tournaire nell’inchiesta sul finanziamento della campagna elettorale di Nicolas Sarkozy, per la quarta volta hanno messo sotto inchiesta l’ex presidente.
Nel 2011, dopo il rovesciamento della Jamahiriya Araba di Libia e l’occupazione del Paese da parte della NATO, Thierry Meyssan riferì di aver organizzato a Tripoli una cellula incaricata di raccogliere prove delle diverse malversazioni di uomini (...)

Nel discorso televisivo del 29 settembre 2020 il segretario generale dello Hezbollah, sayyed Hassan Nasrallah, ha risposto agli ammonimenti del presidente francese e alle minacce del primo dei due primi ministri israeliani, Benjamin Netanyahu.
Riferendosi al ruolo della Francia nella crisi libanese, il leader dello Hezbollah si è detto stupito delle interferenze dei quattro ex primi ministri (Saad Hariri, Tammam Salam, Fouad Siniora e Nagib Mikati) che vogliono designare il futuro governo (...)

Jean Castex è senza dubbio un alto funzionario brillante. Questo però non ne fa l’uomo adatto a diventare primo ministro di Francia. Castex non sta ragionando su come ripristinare il patto sociale a cospetto della globalizzazione finanziaria, si accontenta di misure atte a comprare in tempi brevi la pace sociale. Dopo la nomina, ha subito dimostrato di non voler riformare la classe politica, di volersi limitare a combattere la pandemia nel modo in cui fan tutti, nonché di essere un sostenitore del progetto maastrichtiano, concepito durante la guerra fredda.

Da tre anni in tutta la Francia si percepisce una contestazione profonda, che si esprime in forme finora sconosciute. Ispirandosi all’ideale repubblicano, si protesta contro il modo dei politici di mettersi al servizio delle istituzioni. Il presidente della repubblica reagisce con una parodia di concertazione, che manipola a ogni piè sospinto. Secondo Thierry Meyssan, il peggior nemico del Paese non è chi vuole dividerlo in comunità, ma chi è stato eletto e ha dimenticato il senso del proprio mandato.

Per il secondo turno delle elezioni municipali di Tolosa (quarta città più popolosa della Francia), la coalizione delle formazioni di sinistra, Archipel Citoyen, si è alleata con i Fratelli Mussulmani.
Alla prima tornata elettorale, l’ecologista Antoine Maurice è arrivato in seconda posizione. Per battere il sindaco uscente, il repubblicano Jean-Luc Moudenc – noto per le sue posizioni laiche – quasi tutte le formazioni della sinistra si sono radunate attorno al candidato ecologista.
I Fratelli (...)

La Francia è uno strano Paese, che in molte occasioni ha prima collaborato con gli invasori e poi si è ribellato con onore; un Paese che prima è vigliacco ma poi si riscatta da prode. Un Paese che, senza riflettere com’è sua abitudine, sta abbandonando il motto degli avi, ma che senza dubbio ritroverà presto la gloria.
“Sotto i nostri occhi” (15/25)
Abbandonata da Washington, Parigi si appoggia a Tel Aviv contro Damascodi
Thierry Meyssan

Nelle mani del “partito coloniale”, capeggiato da François Hollande, la Francia, abbagliata dal sogno di ristabilire la propria influenza nella regione, non capisce più la politica degli Stati Uniti nel Medio Oriente Allargato. Decide allora di avvicinarsi a Israele, senza tuttavia riuscire a provocare il bombardamento di Damasco. Nonostante gli sforzi di Parigi, Bashar al-Assad viene democraticamente eletto dai siriani dell’interno, nonché da quelli all’estero. Le elezioni si sono svolte alla presenza di un folto stuolo di osservatori internazionali.

Proseguiamo la pubblicazione del libro di Thierry Meyssan, Sotto i nostri occhi. In quest’episodio tutto sembra andare nel migliore dei modi al Partito Coloniale francese e alle truppe francesi. I principali capi militari siriani sono assassinati, il primo ministro siriano defeziona e la Francia si sceglie un presidente su misura in Mali. Tutto questo però non è esente da contraddizioni.

Eletto presidente per ripiego dopo l’arresto di Dominique Strauss-Khan, François Hollande ignorava le funzioni proprie del presidente della repubblica, sicché si affidò agli alti funzionari. Seguendo le loro istruzioni proseguì la politica del predecessore. In politica estera riprese i dossier in corso senza però tener conto della svolta di fine mandato di Nicolas Sarkozy. I fautori di una nuova epopea coloniale si compattarono al suo seguito.

Wikileaks ha pubblicato nuovi documenti interni dell’Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche (OPAC) . Un’e-mail dimostra che il lavoro dell’ispettore Ian Henderson è stato espunto dal rapporto, per ordine del direttore generale dell’Organizzazione, Sébastien Braha .
Questo diplomatico francese è un “quadro d’Oriente”, distaccato all’OPAC tre mesi dopo il supposto attacco chimico a Duma (quartiere periferico di Damasco, Siria) per controllare l’inchiesta condotta (...)

Proseguiamo la pubblicazione del libro di Thierry Meyssan, Sotto i nostri occhi. In questo episodio le due anime della Francia si affrontano in Siria, come già era accaduto per la Libia: una si batte per la pace, l’altra per la guerra. Poiché la classe politica non capisce nulla della Guerra di 4^ generazione che gli Stati Uniti stanno conducendo, Claude Guéant riesce a convincere Nicolas Sarkozy a ritirare il Paese dal pantano della Siria. Non è che un rinvio.

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