Con l’uscita dall’Unione europea del Regno Unito si chiude anche la “relazione speciale” di questo Paese con gli Stati Uniti. Ebbene, Londra fa parte del club dei “Cinque occhi” (Australia, Canada, Nuova Zelanda, Regno Unito, Stati Uniti, ndt), uscito dalla Carta atlantica, ed è anche Paese cofondatore della NATO (i britannici condividono tutte le informazioni della rete Stay Behind). Quindi, lasciare che il Regno Unito esca dalla UE significa causare il crollo del sistema del dominio anglo-sassone sul mondo.

Il Consiglio per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti ha messo a punto un piano per tenere ancorato il Regno Unito alle strutture atlantiche. Si è perciò deciso di impedire a ogni costo la nomina a Downing Street del leader conservatore della Brexit, Boris Johnson, e di favorire una personalità che sappia creare “consenso”, atta quindi a “riconciliare” i britannici. Questa personalità negozierebbe le modalità di uscita dall’Unione. L’UE proporrebbe, dal canto suo, di sostituire gli accordi attuali con norme pressoché identiche. Al termine del processo, il Regno Unito non siederebbe più nel Consiglio europeo ma continuerebbe a far parte, di fatto, del Mercato comune.

Il presidente Obama ha designato la cancelliera tedesca Angela Merkel a condurre le operazioni in seno alla UE e, per organizzare il “consenso” nel Regno Unito, l’attuale numero due del governo, George Osborne. Il primo ministro David Cameron si è fin da ora rifiutato di dare le dimissioni prima delle elezioni presidenziali statunitensi. Nel contempo, il governo regionale scozzese e la stampa europea agitano lo spauracchio del rischio di secessione per giustificare il ricorso a una “personalità che riscuota consenso”.

Il 29 giugno è stato convocato dal presidente dell’Unione, Donald Tusk, un Consiglio europeo al quale parteciperà il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg.

Traduzione
Rachele Marmetti