Si intensifica il bombardamento mediatico con le armi di distrazione di massa. Pochi giorni fa la Polonia annuncia di essere stata colpita da due missili russi, i grandi media diffondono la notizia, scatta l’allarme, Mosca comunica che è un falso ma nessuno l’ascolta. Infine la NATO ammette che l’incidente è stato causato da un missile ucraino, ma il gioco ormai è fatto.

Altra arma di distrazione di massa la notizia data dal quotidiano britannico Mirror: il filosofo russo Alexander Dugin ha chiesto che il presidente Putin venga rovesciato e ucciso. I grandi media diffondono la notizia su scala mondiale, poi arriva la sconferma di Dugin ma viene sostanzialmente ignorata.

Nella guerra mediatica si distingue il nostro mainstream che, mentre diffonde queste ed altre colossali fake news, nasconde importanti notizie provenienti da fonti ufficiali, tipo: la quantità di armi e munizioni che NATO e UE forniscono all’Ucraina è tale da rendere necessaria la ricostituzione delle scorte con un enorme costo in denaro pubblico.

La stessa tecnica viene usata nei resoconti di eventi internazionali, come l’incontro al G20 tra il presidente Biden e il presidente cinese Xi. Ci si limita a riportare le parole di Biden che l’incontro con Xi è stato “aperto e sincero”, ma si nasconde il fatto che, nella National Defense Strategy 2022, gli Stati Uniti dichiarano di essere “pronti a prevalere in un conflitto, dando la priorità alla sfida della Cina nella regione dell’Indo-Pacifico, quindi alla sfida della Russia in Europa”.

Dal massimo documento strategico statunitense emerge il quadro di un mondo che si avvicina al baratro della guerra nucleare, spinto da un Occidente sempre più minoritario, disposto a tutto pur di non perdere il ruolo dominante che esercita da secoli. Tutto questo, però, è nascosto sotto la cappa del silenzio mediatico.