• L’ayatollah Ali Khamenei, guida della Rivoluzione iraniana, ha scritto su X: «Se Dio lo vorrà faremo pentire i sionisti del crimine commesso attaccando l’ambasciata dell’Iran a Damasco».
• «Nessuna ambasciata israeliana è al sicuro» ha minacciato il 7 aprile il generale dei Guardiani della rivoluzione, Yahya Rahim Safavi. «Le testimonianze [dei martiri di Damascano] raddoppiano la nostra motivazione a lottare contro l’America e il regime sionista. Abbiamo concluso un patto con Dio per continuare la lotta contro l’oppressione; ovunque mussulmani e non-mussulmani invochino aiuto, noi andremo ad aiutarli, come prevede il disegno del nostro comandante in capo [l’ayatollah Ali Khamenei] (…) Questa guerra cambierà l’aspetto della sicurezza, nonché l’immagine della cultura e dei media mondiali. Beninteso, tutti i crimini commessi nella regione avvengono con il sostegno dell’America e il silenzio fedifrago di alcuni Paesi arabi».
• Secondo l’agenzia Bloomberg, l’Iran si preparerebbe a bombardare con missili a lunga gittata obiettivi governativi in Israele per ritorsione all’attacco contro il proprio consolato a Damasco.
• Finora nessuno ha proposto riparazioni all’Iran dopo la distruzione da parte di Israele del suo consolato e della residenza del suo ambasciatore a Damasco. Eppure tutti sono concordi nel ritenerlo un crimine di estrema gravità.
• Dopo aver ricevuto il primo ministro giapponese, il presidente statunitense Joe Biden ha dichiarato: «Abbiamo anche parlato della questione iraniana. Teheran minaccia di lanciare un importante attacco contro lo Stato ebraico. Come ho detto al primo ministro Benjamin Netanyahu, il nostro impegno per la sicurezza di Israele contro queste minacce dell’Iran è ferreo. Permettetemi di ripeterlo: faremo tutto ciò che è in nostro potere per proteggere la sicurezza di Israele».
• Il segretario di Stato degli Stati Uniti, Antony Blinken, in una telefonata al ministro israeliano della Difesa, Yoav Gallant, ha ribadito che, in caso di attacco iraniano, Washington sarà a fianco di Tel-Aviv.
• Yoav Gallant ha dichiarato: «Sapremo reagire molto rapidamente nel quadro di un’offensiva necessaria sul territorio di chi attacca Israele, ovunque si trovi – in qualsiasi posto in Medio Oriente».
• Il ministero degli Esteri iraniano il 10 aprile ha affermato che i ministri degli Esteri di Arabia Saudita, Emirati arabi uniti, Qatar e Iraq hanno parlato al telefono con il ministro degli Esteri iraniano. Tutti si sono fatti portavoce del medesimo messaggio del dipartimento di Stato degli Stati Uniti all’Iran: non rispondete all’attacco di Israele contro la vostra rappresentanza diplomatica a Damasco, rischiate di provocare una guerra mondiale.
• L’ayatollah Ali Khamenei, guida della Rivoluzione iraniana, ha scritto su X: «È spiacevole che alcuni governi mussulmani aiutino il regime sionista in pieno conflitto in Palestina. I sionisti prendono piede in un Paese e ne succhiano il sangue per il proprio interesse. Chi aiuta il regime sionista contribuisce alla propria distruzione. I governi mussulmani dovrebbero rompere le relazioni economiche e politiche con il regime sionista – almeno temporaneamente! Le relazioni dovrebbero interrompersi e nessuno dovrebbe aiutarli, almeno finché compiono questi crimini. Le nazioni mussulmane sono in attesa. Se i Paesi mussulmani organizzassero un referendum, tutti voterebbero a favore dell’interruzione delle relazioni con Israele da parte del loro governo».
• La compagnia aerea Lufthansa ha interrotto i voli diretti in Iran dal 6 all’11 aprile «a causa dell’attuale situazione in Medio Oriente».
L’Iran da parte sua ha vietato agli aerei civili di sorvolare l’area di Teheran il 10 aprile, per esercitazioni militari. L’agenzia Mehr ha rimosso la notizia.

«Questo articolo è l’editoriale di «Voltaire, attualità internazionale» n° 82. Per saperne di più abbonatevi:
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Traduzione
Rachele Marmetti