• Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha silurato il segretario generale del Consiglio di difesa e sicurezza nazionale, Oleksiy Danilov, che potrebbe essere nominato ambasciatore in Norvegia. Nonno della cantante Masha Danilova [1], Oleksiy Danilov ha continuato a pretendere che l’Unione europea consegni tutte le proprie armi pesanti all’Ucraina per combattere la Russia. Secondo lui, i russi sono «meno umani» degli altri uomini, perché «asiatici». La settimana scorsa, all’annuncio della Cina di non voler partecipare alla conferenza di pace in Svizzera se la Russia non sarà invitata, Danilov ha provocato un grave incidente diplomatico, lasciandosi andare a un gioco di parole osceno partendo dal nome dell’inviato speciale cinese, Li Hui,

Dopo aver ringraziato il presidente Zelensky per gli anni trascorsi a capo del Consiglio di difesa, Danilov ha dichiarato: «Il mostro russo sarà distrutto. Questa creatura raccapricciante morirà e perirà nelle tenebre della Storia. La distruggerà un guerriero ucraino, dietro il quale c’è la nostra storia, il nostro destino e la nostra missione: “essere spada nell’oscurità; guardiani sul Muro; scudo a protezione del regno dei popoli”» (citazione del fondatore del nazionalismo integralista, Dmitro Dontsov).

• Il presidente Zelensky ha sostituito Danilov con un altro nazionalista integralista, Oleksandr Lytvynenko, direttore dell’Istituto nazionale di studi strategici, nonché capo dell’Intelligence estera (S-RU). Dal 2009 Lytvynenko alimenta la teoria di una Federazione di Russia che ambisce ripristinare l’antico impero russo e la strumentalizza per mettere in guardia l’Occidente sulla guerra mondiale che Vladimir Putin vuole scatenare. Negli ultimi mesi Lytvynenko ha denunciato un piano del Cremlino, denominato Maidan-3, per rovesciare il presidente Zelensky (cf. VAI 0552).

• Secondo il Financial Times del 22 marzo, Washington ha chiesto al Servizio di sicurezza ucraino (SBU) e all’Intelligence militare ucraina (GRU) di non colpire più le infrastrutture energetiche russe.

In piena campagna presidenziale, la squadra di Joe Biden teme un aumento del prezzo del petrolio a livello globale.

• Infine la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, ha accusato la Francia di avere spie nel Caucaso. Secondo lei, Parigi avrebbe fatto di tutto per far fallire gli accordi di pace tra l’Armenia e l’Azerbaijan.

Questo articolo è l’editoriale di «Voltaire, attualità internazionale» n° 80. Per saperne di più abbonatevi:
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Traduzione
Rachele Marmetti