Il 9 luglio il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha deciso la rotazione di diversi ambasciatori. In particolare ha richiamato quelli di stanza in Ungheria, Norvegia, Repubblica Ceca, India e, soprattutto, il suo rappresentante a Berlino, Andreij Melnyk.

Melnyk potrebbe essere nominato viceministro degli Esteri. Tuttavia le sue idee e i suoi atti sono oggetto di molte polemiche.

Melnyk è discepolo di Stepan Bandera («il nostro eroe»), che non perde occasione di commemorare e di cui nega la responsabilità nei massacri della seconda guerra mondiale. Inoltre ha affermato che l’Organizzazione dei Nazionalisti Ucraini (OUN) non ha massacrato ebrei, provocando la reazione sferzante di Israele. Ha inoltre minimizzato il massacro dei polacchi, provocando la risposta altrettanto sferzante della Polonia. Melnyk ha altresì accusato il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier di aver agito in favore della Russia, suscitando l’indignazione dell’intera classe politica tedesca. Infine non perde occasione per denunciare il poco entusiasmo di Germania, Francia e Italia nel consegnare le armi promesse.

Melnyk non è però riuscito a interrompere la riparazione da parte di Siemens di una turbina russa, necessaria a Gazprom per la fornitura di gas all’Europa. Inoltre non è riuscito a sboccare il programma di aiuto finanziario tedesco di nove miliardi di dollari, fermato dal ministro delle Finanze, Christian Lindner, per ritorsione nei confronti del debito paneuropeo per l’Ucraina, istituito dalla Commissione di Bruxelles.

Traduzione
Rachele Marmetti