Il sabotaggio dei gasdotti consente agli Stati Uniti di dividere il mondo in due: da una parte gli Occidentali dall’altra la Russia. Contestualmente concentrano e lasciano distruggere in Ucraina il maggior numero possibile di armi occidentali. Questo permette loro di far girare il complesso militare-industriale, nonché d’indebolire i propri vassalli; due obiettivi che rafforzano il dominio sugli alleati.
Quando questa puntata era già stata registrata, è apparsa sul New York Times la seguente notizia: “Le agenzie di intelligence degli Stati Uniti ritengono che parti del governo ucraino abbiano autorizzato l’attentato con autobomba nei pressi di Mosca, avvenuto ad agosto, che ha ucciso Daria Dughina, I funzionari americani hanno anche detto di non essere stati informati in anticipo dell’operazione e che si sarebbero opposti all’uccisione se fossero stati consultati”. Abbiamo per questo aggiunto all’inizio della puntata un nostro commento intitolato “L’assassinio di Daria Dughina secondo la narrazione della CIA”.
Chi abbia effettuato il sabotaggio dei gasdotti Nord Stream 1 e 2 dalla Russia alla Germania è lo stesso presidente Biden a indicarlo, quando in una intervista dichiara: “Non ci sarà più un Nord Stream. Noi porremo fine a questo progetto. Vi prometto che saremo in grado di farlo." Lo conferma il fatto che, il giorno stesso in cui è stato sabotato il Nord Stream, è stato aperto il gasdotto alternativo: il Baltic Pipe, che trasporta il gas dalla Norvegia alla Polonia e ai paesi limitrofi attraverso la Danimarca. La guerra dei gasdotti fa parte della strategia con cui gli USA e la NATO, con il pieno sostegno della UE, vogliono spezzare ogni rapporto dell’Europa con la Russia e fare dell’Europa la prima linea della guerra contro la Russia.
A tal fine la spesa militare USA è stata portata dal Congresso a oltre 800 miliardi di dollari annui, 37 miliardi in più di quelli richiesti dal presidente Biden, mentre Il debito USA, raddoppiato in dieci anni, supera per la prima volta i 31 mila miliardi di dollari. Ciò permette a Washington di fornire a Kiev crescenti quantità di armi, provenienti non solo dalle riserve del Pentagono ma direttamente dalle industrie belliche USA. In tal modo Washington alimenta in Europa “una guerra contro la Russia a tempo indeterminato”, con in prima fila i capi nazisti dell’Azov, rilasciati dalla Russia, ai quali la Presidenza ucraina è andata a rendere omaggio in Turchia.
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