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Repubblica Bolivariana di Venezuela

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All’inizio di settembre siamo stati i soli ad annunciare il passo decisivo contemporaneamente compiuto in Siria e Venezuela. Paesi che ora non cercano più di negoziare con i terroristi, bensì di costruire un nuovo regime in collaborazione con l’opposizione patriottica.

Dodici Stati membri del TIAR (Tratado Interamericano de Asistencia Reciproca), chiamato anche “Patto di Rio”, hanno deciso di ripristinare l’organizzazione a causa del rischio di “destabilizzazione” che la “dittatura” di Nicolás Maduro rappresenterebbe per l’America Latina. L’Assemblea Nazionale del Venezuela si è nel frattempo pronunciata a favore del rientro della Repubblica Bolivariana nel Trattato.
Ricordiamo che l’ex presidente dell’Assemblea Nazionale, Juan Guaidó, si è autoproclamato presidente (...)

Ad agosto 2018 la stampa internazionale ha riferito di un massiccio esodo di venezuelani, in fuga dalla fame e dalla dittatura del chavista Nicolas Maduro. Ogni giorno avrebbero attraversato i confini 18 mila persone. All’epoca l’Onu prevedeva che a fine 2019 ci sarebbero stati 5,3 milioni di migranti e rifugiati venezuelani sparpagliati in tutta l’America Latina e denunciava l’imminenza di una grave crisi.
Ahimè, si è trattato di mera propaganda: l’Alto Commissariato per i Rifugiati ha (...)

Il 20 agosto 2019 i presidenti Donald Trump e Nicolas Maduro hanno entrambi confermato l’esistenza di contatti ad alto livello tra Stati Uniti e Venezuela.
L’agenzia di stampa Associated Press aveva in precedenza lasciato intendere che il presidente dell’Assemblea Costituente, Diosdado Cabello, si era recato negli Stati Uniti per negoziare. L’informazione è sembrata fantasiosa, tanto più che Cabello è accusato da Washington di traffico di droga e che contro di lui è stato emesso un mandato di (...)

Il 24 giugno 2019 in Venezuela hanno tentato un nuovo colpo di Stato. Thierry Meyssan rileva che era rivolto sia contro l’amministrazione di Nicolás Maduro sia contro il suo oppositore, il filo-USA Juan Guaidó. Inoltre, secondo le registrazioni di conversazioni fra i complottisti, il golpe era supervisionato dagli israeliani.

Gli accadimenti in Venezuela e l’escalation della tensione fra Washington e Teheran sono stati presentati dalla stampa USA in modo fallace. Le dichiarazioni contraddittorie delle diverse parti negano ogni comprensione degli eventi. Per cui è importante approfondire l’analisi dopo aver verificato i fatti e completare il quadro con la disamina della contrapposizione fra le diverse correnti politiche dei Paesi coinvolti.

Il 30 aprile e il 1° maggio 2019 il Venezuela è stato teatro di un colpo di Stato . Il direttore del SEBIN (Servicio Bolivariano de Intelligencia Nacional), generale Manuel Ricardo Cristopher Figuera, in contatto con la CIA da oltre un anno, stava per essere arrestato, per questa ragione ha tentato il tutto per tutto.
Secondo quanto da lui stesso dichiarato, l’amicizia con Maduro è immutata; avrebbe però voluto «salvare» il Paese dall’influenza dall’entourage del presidente. È stato Figuera ad (...)

Il 30 aprile 2019 è stato inscenato in Venezuela un colpo di Stato in stile hollywoodiano.
I putschisti da salotto, capeggiati dall’ex presidente dell’Assemblea Nazionale Juan Guaidó, si sono riuniti davanti alla base militare di La Carlota [nei pressi di Caracas]; hanno posato per i fotografi insieme a un gruppo di militari che li aveva raggiunti e hanno annunciato sui social network di essersi impossessati della base. Hanno poi tenuto un raduno in centro a Caracas.
Secondo fonti non (...)

Il 10 aprile 2019 il Center for Strategic and International Studies (CSIS), un think tank legato all’industria militare e petrolifera, ha organizzato a Washington una tavola rotonda a porte chiuse per valutare l’utilizzo della forza militare in Venezuela (Assessing the Use of Military Force in Venezuela).
Secondo Grayzone , vi hanno partecipato una quarantina di persone, tra cui i principali consiglieri dell’amministrazione Trump coinvolti sul tema, poi i rappresentanti (...)

Il 21 marzo 2019 il Servizio Bolivariano d’Intelligence Nazionale (SEBIN) ha perquisito l’abitazione del deputato Sergio Vergara, nell’ambito delle ricerche del direttore di gabinetto di Juan Guaidó, l’avvocato Roberto Marrero (foto), in seguito arrestato in una casa adiacente.
Nel corso della perquisizione, agenti del SEBIN hanno bloccato a terra Vergara, violandone per alcuni istanti l’immunità parlamentare.
Il Gruppo di Lima, associazione di Stati americani favorevoli a Guaidó, ha (...)

Il presidente dell’Assemblea Nazionale del Venezuela, Juan Guaidó, non ha documentato le spese dei propri spostamenti all’estero, come invece prevede la Costituzione.
Il Controllore generale della repubblica, Elvis Amoroso, di fronte al rifiuto di Guaidó di ottemperare ai dettami della Costituzione, si è rivolto alla giustizia, che lo ha sospeso dalla carica di deputato e lo ha sanzionato con 15 anni di ineleggibilità per corruzione.
Guaidó si è recato più di 91 volte all’estero, spendendo oltre (...)

Specialisti militari russi hanno ispezionato il sistema di produzione e distribuzione di elettricità del Venezuela, i cui guasti a ripetizione paralizzano il Paese dal 6 marzo scorso.
I russi avrebbero confermato che i danni alle installazioni sarebbero causati dall’uso di bombe elettromagnetiche abbinato a sabotaggi manuali.
Le bombe elettromagnetiche derivano dallo sviluppo delle ricerche degli anni Cinquanta del fisico sovietico Andrej Sacharov. Sembra che oggi le posseggano diversi (...)

Il 23 marzo 2019 un Ilyushin Il-62 e un Antonov An-124 delle forze armate russe, con a bordo rispettivamente un centinaio di militari e 25 tonnellate di materiale, sono atterrati all’aeroporto Simon Bolivar di Caracas.
Gli aerei provenivano dall’aeroporto militare russo di Chkalovsky (Mosca) e avevano fatto scalo alla base militare russa di Hmeimim (vicino Laodicea, in Siria).
Secondo l’agenzia Reuters, la delegazione russa è comandata dal capo di stato-maggiore dell’esercito, generale Vasily (...)

Da oltre 30 ore, 18 delle 23 province venezuelane sono prive di elettricità. Il guasto è iniziato a Caracas e si è propagato al resto del Paese.
Almeno 79 persone sarebbero morte a causa del blackout, tra cui dei neonati negli ospedali.
Il presidente dell’Assemblea Nazionale, Juan Guaidó, ha subito accusato Nicolas Maduro di aver lasciato andare in rovina il sistema elettrico e di aver sottratto i fondi pubblici destinati alla sua manutenzione. L’ha anche accusato di assassinare bambini.
Dopo (...)

Il presidente dell’Assemblea Nazionale venezuelana, Juan Guaidó, violando il divieto d’espatrio, ha lasciato il Paese e ha compiuto una tournée latino-americana in qualità di autoproclamato presidente ad interim del Venezuela.
È stato ricevuto come capo di Stato in Paraguay e Argentina, con più discrezione in Brasile.
Durante il viaggio è stato accompagnato dalla sottosegretaria di Stato USA, Kimberly Breier, che non lo ha abbandonato un istante, suggerendogli tutto quello che doveva dire e fare. (...)

Diverse settimane fa il presidente venezuelano Nicolas Maduro aveva parlato della formazione, nella giungla colombiana, di un’unità di mercenari filo-USA da addestrare per sferrare un attacco sotto falsa bandiera alla Colombia, da attribuire al Venezuela e creare così i presupposti di una guerra in America Latina.
Il 1° marzo 2019 il Protettore dello Stato di Táchira, nonché direttore nazionale delle CLAP (organismo per la distribuzione delle razioni alimentari), Freddy Bernal, ha accusato (...)

Diversi Stati latinoamericani e le forze speciali USA sembrerebbero prepararsi ad attaccare il Venezuela. Studiando i rapporti di forza e la topografia del Venezuela, Valentin Valisescu ritiene però che nessuna invasione possa avere ragione di questo Paese vasto e protetto da una giungla molto più estesa di quella del Vietnam. Qualunque intervento militare non può avere altro scopo che la destabilizzazione del Paese, non già il rovesciamento del governo.

Secondo la televisione panarabica Al-Mayadeen (Libano), un aereo etiope avrebbe imbarcato a Malta quindici casse di denaro falso da spacciare in Venezuela.
Secondo Elliott Abrams l’economia venezuelana è crollata a causa della cattiva gestione del governo comunista; secondo il governo bolivariano di Nicolas Maduro è crollata invece per il sabotaggio statunitense.
Gli Stati Uniti, pur continuando a boicottare l’economia venezuelana, hanno consegnato alla frontiera tra Colombia e Venezuela (...)

Secondo il ministro degli Esteri cubano, Bruno Rodríguez Parrilla, forze speciali statunitensi sarebbero arrivate tra il 9 e il 13 febbraio a Puerto Rico e alla base di San Isidro, nella Repubblica Dominicana.
Ci sarebbero stati altri movimenti di truppe in altre isole dei Caraibi senza che gli Stati Uniti abbiano informato i governi locali.
Cuba s’interroga sulla possibilità di un’aggressione statunitense al Venezuela sotto copertura d’intervento (...)

Il Gruppo di Contatto Internazionale (GCI) si è riunito a Montevideo il 7 febbraio 2019, su iniziativa di Uruguay e Messico, per propiziare una soluzione della crisi venezuelana.
Molti dei Paesi che avevano manifestato la volontà di parteciparvi non sono stati ammessi, tra questi Cina e Russia.
Alla fine, erano presenti soltanto gli Stati voluti dall’Unione Europea.
L’intenzione del Messico, ex membro del Gruppo di Lima, era trovare una via diversa dallo scontro.
Alla fine la riunione è (...)
Il Venezuela e i suoi vicini possono sopravvivere alla guerra che si preannuncia?
di
Thierry Meyssan

Per poter fronteggiare la crisi che sta destabilizzando il Venezuela, nonché quelle che stanno delineandosi in Nicaragua e Haiti, è necessario analizzarla. Thierry Meyssan ritorna sulle tre ipotesi interpretative e argomenta a favore di una. Richiama quindi la strategia degli Stati Uniti e il modo in cui va affrontata.

Il governo italiano ha annunciato di aver posto il veto al riconoscimento del presidente ad interim del Venezuela, Juan Guaidó, da parte dell’Unione Europea, alla riunione del Consiglio dei ministri degli Esteri, svoltasi il 31 gennaio in Romania.
Tuttavia Spagna, Regno Unito, Austria, Svezia, Danimarca, Francia, Germania, Olanda e Portogallo, hanno in seguito riconosciuto la legittimità di Juan Guaidó, senza tener conto del veto dell’Italia.
Nelle elezioni legislative del 2015 l’opposizione (...)

Gli Stati Uniti hanno emesso sanzioni contro PDVSA, la compagnia [petrolifera] nazionale venezuelana. Secondo il segretario del Tesoro, Steven Mnuchin, il «regime di Maduro» se ne serviva per «controllare, manipolare e derubare il popolo venezuelano».
«Manipolare il popolo»: leggasi che la Repubblica bolivariana redistribuiva i profitti di PDVSA ai poveri.
È ora vietato alle società USA pagare il petrolio venezuelano alle autorità costituzionali. Devono saldare il conto all’autoproclamatosi (...)

Alla fine il presidente Trump si è allineato alle ambizioni dello Stato Profondo USA di distruzione del Bacino dei Caraibi. Trump ha supportato il vicepresidente Mike Pence e il senatore Marco Rubio nelle operazioni di destabilizzazione del Venezuela. Potrebbe sostenerli anche nel progetto a favore d’Israele e contro la Siria.

Il segretario di Stato Mike Pompeo ha nominato Elliott Abrams inviato speciale per il Venezuela.
Abrams è un neo-conservatore. Prima di confluire nell’amministrazione Reagan, ha fatto parte della piccola consorteria di ebrei che attorniava il senatore democratico Henry Scoop Jackson. Ha sposato la figliastra di Norman Podhoretz, caporedattore di Commentary. È uno dei fondatori della teopolitica.
Abrams ha sovrinteso alla creazione della National Endowment for Democracy, l’agenzia incaricata (...)

Il progetto degli Stati Uniti per il Bacino dei Caraibi è stato enunciato dal Pentagono nel 2001. Un progetto distruttore ed esiziale inconfessabile. È perciò necessario costruire un racconto che possa essere accettato. Questo è quanto sta accadendo in Venezuela. Attenzione: le apparenze mascherano un po’ alla volta la realtà: mentre si svolgono le manifestazioni, la preparazione della guerra non si ferma.

Gli Stati Uniti, che non ritengono legittima la rielezione a maggio scorso del presidente del Venezuela Nicolas Maduro, hanno invece riconosciuto l’autoproclamatosi presidente ad interim, Juan Guaidò (foto), invitando tutti gli Stati americani a fare altrettanto. Sono stati seguiti però solo dai membri del Gruppo di Lima.
Di conseguenza, il Venezuela ha rotto i rapporti diplomatici con gli Stati Uniti.
L’ambasciata del Venezuela a Washington è stata chiusa e i diplomatici richiamati. Al (...)

Dopo la rivelazione delle prove della vicenda ExxonMobil da parte del presidente venezuelano Nicolas Maduro, gli Stati membri del Gruppo di Lima hanno ritirato l’articolo 9 del comunicato comune in cui denunciavano la provocazione del Venezuela, che metteva in pericolo la sicurezza della regione.
Due Stati, Canada e Paraguay, non hanno però aderito perché ritengono che la versione di ExxonMobil e del dipartimento di Stato USA rimanga valida, nonostante le prove che la smentiscono: la marina (...)

Secondo la multinazionale statunitense ExxonMobil, il 22 dicembre 2018 la marina militare del Venezuela ha fatto allontanare due navi che stavano esplorando il fondo marino nelle acque territoriali della zona contestata tra Venezuela e Guyana. Basandosi sul comunicato di ExxonMobil, prima la Guyana, poi gli Stati Uniti e, infine, il Gruppo di Lima hanno condannato il militarismo venezuelano.
Al paragrafo 9 della Dichiarazione del Gruppo di Lima del 4 gennaio 2019, i 13 Stati rimasti di (...)

Mossa dopo mossa i fautori della dottrina Cebrowski mandano avanti le loro pedine. Costretti a smettere di istigare guerre nel Medio Oriente Allargato, si volgono al Bacino dei Caraibi. Innanzitutto il Pentagono pianifica l’assassinio di un capo di Stato democraticamente eletto, nonché la rovina del suo Paese, poi scalza l’unità dell’America Latina.

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