L’audizione del procuratore generale degli Stati Uniti, Eric Holder, alla commissione Giustizia del Senato, s’é inasprita, il 14 Aprile 2010.

Alla domanda circa la chiusura, a lungo promessa e sempre ritardata, della prigione di Guantanamo, il signor Holder non solo non è stato in grado di dare una data, ma d’indicare le sue intenzioni. Quindici mesi dopo la sua nomina, il segretario alla giustizia non ha ancora nessuna idea dei prigionieri che devono essere liberati e di coloro che dovrebbero essere giudicati dai tribunali civili.
In effetti, una campagna mediatica ha convinto il pubblico statunitense che degli attacchi si svolgeranno sul suolo statunitense, se i prigionieri dovessero esservi trasferiti e processati. L’amministrazione Obama, già martoriata nei sondaggi, ha rinunciato a fare processare cinque detenuti a New York, per non provocare delle controversie locali. Quindi, in mancanza di alternative, la chiusura di Guantanamo è sospesa.

I senatori hanno affermato che erano pronti a sostenere la soluzione scelta dall’amministrazione, qualunque essa fosse, ma hanno deplorato il fatto che essa non ne ha alcuna.

La chiusura di Guantanamo, entro il gennaio 2010, era una promessa elettorale del presidente Barack Obama. E’ stato anche un impegno per l’Attorney General Eric Holder, nel corso della sua audizione di conferma al Senato.

Tuttavia, come abbiamo spesso affermato, il processo ai prigionieri di Guantanamo, secondo le regole democratiche dei tribunali civili, è impossibile, finché Washington mantiene la sua versione sugli attentati dell’11 settembre. A questo proposito, l’amministrazione Obama è ora paralizzata dalle sue contraddizioni.

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"Il segreto di Guantanamo", Thierry Meyssan, Rete Voltaire, 28 ottobre, 2009.

Traduzione di Alessandro Lattanzio