La sera del 13 ottobre l’esercito russo ha negoziato un accordo tra lo YPG kurdo e la Repubblica Araba Siriana.

Lo YPG kurdo ha dichiarato fedeltà alla Repubblica e rinunciato alla chimera francese di un “Rojava” turco nel territorio assiro e arabo della Siria.

La Siria, preso atto della riconciliazione, si è impegnata a proteggere i propri cittadini kurdi e ha immediatamente dispiegato l’esercito nel nord-est del Paese.

Potranno esserci scontri tra forze turche e siriane per la delimitazione dei territori, nel rispetto dei precedenti impegni reciproci.

Considerando che l’esercito turco rischiava di estendere le proprie operazioni oltre la zona frontaliera di 32 chilometri di profondità, il segretario USA alla Difesa, Mark Esper, ha ordinato ai mille statunitensi ancora in Siria di ritirarsi in Iraq.

Ci sono state scene di esultanza a Manbij e Hassaké, città fuori della striscia invasa dalla Turchia per mettere fine al “Rojava” francese; ma anche a Qameshli, città a maggioranza assira, che Ankara si è impegnata a non occupare, benché si trovi nella striscia frontaliera.

La proposta russa del 2016 di Costituzione, esito dei negoziati condotti a Sochi dal ministro degli Esteri russo Sergueï Lavrov, potrebbe essere adottata dal Comitato Costituzionale di Ginevra. Dovrebbe essere modificata in modo che la Siria diventi una confederazione culturale, non più amministrativa.

Mentre i negoziatori siriani discutevano sulla base aerea di Hmeimim, l’aviazione russa bombardava Al Qaed a Idlib.

Traduzione
Rachele Marmetti