Palmyre, la cité mythique de la reine Septimia Bathzabbai Zénobie, est le symbole d’une civilisation raffinée dans laquelle toutes les religions étaient libres et égales, résistant au despotime de l’Empire romain. Partiellement détruite par l’État islamique, elle a été libérée le jour de Pâques 2016 par l’armée arabe syrienne et devrait être reconstruite par les Monuments historiques syriens.

Le quasi 9000 missioni di bombardamento dell’Aeronautica russa hanno neutralizzato le reti di tunnel e gallerie attraverso cui i gruppi di esercito libero siriano (ELS), Fronte islamico e al-Nusra riuscivano a sorprendere l’Esercito arabo siriano. Oggi i gruppi terroristici sono così indeboliti che non possono scatenare un attacco cambiando i rapporti di forza in Siria [1]. Il conflitto sorto tra la brigata dei Martiri di Yarmuq, sostenuta da Israele e Francia [2] e i suoi alleati di ELS e Fronte Islamico, sostenuti da Stati Uniti e Francia il primo, e da Arabia Saudita e Regno Unito il secondo, li massacra per il controllo di una zona a sud-ovest della città di Dara. Non appena la tregua entrava in vigore il 27 febbraio 2016, diversi gruppi jihadisti di Fronte islamico e al-Nusra cominciavano a deporre le armi o accettavano di combattere nelle unità dell’Esercito arabo siriano. Questo permise all’Esercito arabo siriano di schierare altre unità, rafforzando le più grandi contro lo Stato islamico. La situazione sarebbe assai migliore se l’Esercito arabo siriano potesse ritirarsi da 15 fronti nel nord-ovest e sud-est, dove vi è la maggior parte delle truppe, per impiegarle contro lo Stato islamico.

Liberando l’autostrada Aleppo-Hama-Homs-Ithriyah nei primi giorni di marzo 2016, l’Esercito arabo siriano evitava la cooperazione tra i gruppi terroristici, isolando il compatto territorio islamico di al-Nusra, ELS e Fronte islamico nel sud della provincia di Aleppo e nella provincia d’Idlib, dal territorio occupato dallo Stato islamico in Siria centrale e orientale. I miliziani curdi a loro volta hanno creato una zona cuscinetto al confine con la Turchia, dove lo Stato islamico non controlla che una striscia di 90 km.

La città di Tadmur è considerata dal Tenente-Generale Sergej Rudskoj, Capo del Centro Operativo dello Stato Maggiore dell’Esercito russo, un punto strategico dello Stato islamico per l’importanza dello snodo delle comunicazioni nel deserto. Il generale stima che il declino totale dello Stato Islamico comincerà con la liberazione di Tadmur. Dopo le battaglie nel deserto dell’Esercito arabo siriano per controllare la comunicazioni, e i bombardamenti aerei, lo Stato Islamico non ha mezzi sufficienti per garantirsi una mobilità, ed è costretto ad adottare lo schieramento difensivo in alcune principali città del territorio che controlla. Questo dà all’Esercito arabo siriano completa libertà di azione attuando offensive contemporaneamente su diverse direzioni, utilizzando i velivoli per circondare le sacche di resistenza dello Stato islamico.

L’Esercito arabo siriano ha lanciato la fase intermedia della battaglia per Tadmur il 7 marzo 2016, avanzando da Homs con la 67.ma Brigata corazzata e il 64.mo Reggimento d’artiglieria della 18.ma Divisione corazzata, rinforzati da un battaglione di marines, liberando quindi i campi petroliferi di Shair, Mahr, Jihar e Jazl, ad ovest, nord e sud di Tadmur. L’Esercito arabo siriano avvolgeva il fianco di un avamposto dello Stato Islamico, a 20-25 km ad ovest di Tadmur, composto da 1500 combattenti (zona 1). Il gruppo tattico formato intorno alla 67.ma Brigata corazzata, composto da 3000 soldati, s’infiltrava così tra Tadmur e questa posizione, tagliando le vie di ritirata verso nord (Raqqa) e verso est (Palmira-Dair al-Zur) dei 1500 jihadisti con una manovra di accerchiamento. La 18.ma Divisione, tenuta nella riserva strategica dell’Esercito arabo siriano, aveva gli effettivi al completo e dotati di armi moderne, avendo beneficiato di un programma di addestramento organizzato dai consiglieri militari russi. [3]
La 67.ma Brigata corazzata attaccava ad ovest di Tadmur con circa 90 carri armati, 40 veicoli da combattimento per la fanteria (BMP-1) e moderni sistemi missilistici anticarro.

Il 18 marzo 2016, le forze del Battaglione Tigre per le operazioni speciali dell’Esercito arabo siriano arrivava in zona, riunendosi al commando dei Falconi del Deserto, una milizia composta da ufficiali e sottufficiali siriani della riserva, addestrata da iraniani e Spetsnaz e dotata di mezzi e armi per combattere nell’ambiente desertico. Il gruppo tattico di Tigre e Falconi del Deserto era composto da 2000 uomini dotati di fuoristrada blindati armati di mitragliatrici pesanti KPV da 14,5mm o cannoni binati GS-23 da 23mm, e di missili anticarro a guida laser russi. Questo gruppo attaccava Tadmur da sud.

Ad est di Tadmur, l’offensiva fu avviata il 24 marzo 2016 da uno schieramento controllato dagli istruttori militari di al-Quds (forze speciali iraniane), composto da 1800 combattenti delle Forze di Difesa Nazionale della Siria, Hezbollah e dai gruppi paramilitari iracheni Haraqat al-Nujaba, Liwa Imam Ali, Qataib Hezbollah. Questi tre principali gruppi tattici siriani neutralizzarono tutti i punti di appoggio dello Stato islamico sulle colline intorno Tadmur, il secondo cerchio difensivo dello SIIL, tagliando quindi ogni possibilità dei jihadisti di fuggire dalla città. Ora l’Esercito arabo siriano sfondava il terzo cerchio difensivo alla periferia di Tadmur, entrando nella città liberandola strada per strada (zona 2).

I punti di appoggio dello Stato islamico scavati nelle rocce situate sulle alture che controllano l’accesso alla città di Tadmur, furono colpiti dai velivoli Su-22, L-39 Albatros e MiG-23 delle basi aeree siriane di Shayrat (20 km a sud-est di Homs) e Tiyas (40 km a ovest di Tadmur), a cui si univano aerei ed elicotteri d’attacco russi Mi-24V. Tra il 20 e il 23 marzo 2016, l’Aeronautica russa effettuava 41 missioni, colpendo 146 obiettivi dello Stato islamico a Tadmur, distruggendo 6 centri di comando, 5 carri armati, 6 pezzi d’artiglieria, 2 depositi di munizioni, 15 autoveicoli armati, ed eliminando 320 terroristi. Alcuno dei 180 aeromobili della coalizione anti-SIIL guidata dagli Stati Uniti partecipava all’operazione su Tadmur.

Quali sono le conseguenze della liberazione di Tadmur?

1. Nella Siria meridionale, fino a Tadmur, c’è solo una strada nel deserto di 150 km, attualmente controllata dello Stato islamico (Zona 3). Con la liberazione di Tadmur, un gruppo dello Stato Islamico di 3000 terroristi dispiegati tra la zona a sud di Tamdur e il confine giordano, ad est e nord-est della città di Suwayda, venivano isolati dalla capitale dello Stato islamico Raqqa.

2. La città di Dair al-Zur è difesa dalla 104.ma Brigata Paracadutisti, dalla 137.ma Brigata d’artiglieria dell’Esercito arabo siriano e dai combattenti delle Forze di difesa nazionale, con 4000 effettivi. Il gruppo tattico di Dair al-Zur agisce indipendentemente dall’Esercito arabo siriano, a 90 km da Tadmur.

Il supporto aereo a questo gruppo tattico è fornito dalla base aerea di al-Nasiriyah, con bombardieri Su-24M3. La liberazione di Tadmur permette all’Esercito arabo siriano di controllare l’autostrada M20, tra Tadmur e Dair al-Zur, lunga 90 km, l’unica via di comunicazione nel deserto, costringendo i terroristi dello Stato Islamico a ritirarsi a nord (Zona 4). Nei giorni scorsi, il gruppo da battaglia dell’Esercito arabo siriano di Dair al-Zor veniva vigorosamente attaccato da sud dai terroristi dello Stato islamico. Per respingerli, l’Esercito arabo siriano inviava per via aerea rinforzi per circa 1000 soldati e munizioni.

Dopo gli attacchi dello Stato islamico, la 104.ma Brigata paracadutisti spezzava il blocco istituito dai terroristi islamici e avanzava a sud-est lungo l’autostrada M4 (che collega Aleppo ad al-Buqama, al confine con l’Iraq), nella tratta Dair al-Zur – al-Mayadin. Il controllo totale di questo tratto di autostrada impedirà il trasferimento dei terroristi dello Stato islamico in Iraq verso la Siria. Le truppe siriane da Tadmur potranno collegarsi con quelle a Dair al-Zur, e verso est, ad Hasaqah, rafforzando i miliziani curdi sigillando il confine con l’Iraq (zona 5).

3. La liberazione di Tadmur e la congiunzione con il gruppo tattico di Dair al-Zur permetterà all’Esercito arabo siriano di attaccare la città di Raqqa, capitale dello Stato islamico, da tre direzioni: ovest, sud ed est (zona 6) e di neutralizzare completamente tutti i gruppi terroristici in Siria entro cinque o sei mesi.CeT_mrwXEAEbi8W1[1]. La trappola di Putin ritirando il contingente russo in Siria.
[2]. Lo stato attuale dell’Esercito arabo siriano.

Traduzione
Alessandro Lattanzio
(Sito Aurora)

[1«Le piège tendu par Poutine en retirant le contingent russe de Syrie», Valentin Vasilescu, Traduction Avic, Réseau international, 18 mars 2016.

[2We have no beef with Israel, Syrian Islamist rebel group says”, Ilan Ben Zion & Agam Rafaeli, Times of Israël, July 1st, 2013.

[3Il ritorno dell’Esercito Arabo Siriano”, di Valentin Vasilescu, Traduzione Alessandro Lattanzio, Rete Voltaire, 4 marzo 2016.