In Qatar si sono svolti negoziati tra gli Stati Uniti e i loro nemici Talebani, senza il rappresentante del governo afghano. Su pressione del Pentagono, il presidente Trump ha dovuto rinunciare al ritiro immediato delle truppe USA dall’Afghanistan. Consultazioni tra fazioni afghane si sono invece tenute in Russia, presiedute dai padroni di casa.

Alla fin fine, Stati Uniti, Russia e Cina hanno avviato a marzo 2019 consultazioni trilaterali per ripristinare la pace in Afghanistan.

Secondo il rapporto trimestrale della Missione di Assistenza delle Nazioni Unite in Afghanistan (UNAMA) il numero delle vittime che ora si può attribuire al governo afghano è superiore a quello imputabile agli insorti [1].

Dopo una prima riunione a Washington, il 25 aprile 2019 si è tenuto a Mosca un secondo incontro trilaterale, cui hanno partecipato Deng Xijun (Cina), Zalmay Khalilzad (Stati Uniti) e Zamir Kabulov (Russia).

Nell’intervallo di tempo tra le due riunioni, il dipartimento di Stato USA ha iniziato una riorganizzazione della propria ambasciata a Kabul che, nelle prossime settimane, dovrebbe ridurre della metà i suoi 1.500 addetti. Washington non ha cercato di giustificare alla stampa il ridimensionamento.

Nel comunicato finale della riunione di Mosca [2] si afferma che i tre Grandi sono concordi:
 nell’incoraggiare i Talebani a lottare contro le organizzazioni terroriste internazionali (soprattutto Daesh, Al Qaeda e Movimento Islamico del Turkestan orientale) e contro la produzione di droga;
 a partecipare a negoziati per il ritiro progressivo delle forze straniere, alla presenza degli Stati Uniti, nonché del governo afghano.

Queste riunioni trilaterali sono al momento le uniche a essere organizzate con questo format. Non è stata diffusa alcuna fotografia ufficiale.

Traduzione
Rachele Marmetti

[1Afghanistan Protection of Civilians in Armed Conflict Quarterly Report — 1 January to 31 March 2019, Unama, 24 April 2019.