Foto: la delegazione ucraina a Eurovision 202. Uno degli accompagnatori (a sinistra) esibisce il tridente. Questo simbolo medioevale divenne l’emblema dell’Ucraina solo nel 1917-18, per iniziativa dello storico Mykhailo Hrushevsky. Fu adottato come blasone del Paese nel 1996. Ci sono due modi di disegnarne la base. Anche le variazioni di colore sono significative. Quella esibita dall’accompagnatore non è la versione ufficiale, ma quella dei banderisti.

Il festival Eurovision 2022 si è svolto a Torino. È organizzato da un’associazione, l’Unione Europea di radiodiffusione (European Broadcasting Union), e diffuso dalle televisioni del servizio pubblico del continente europeo a 200 milioni di telespettatori.

Su iniziativa della francese Delphine Ernotte (presidente dell’associazione e di France-Télévision), la Russia, uno dei 56 Paesi membri dell’associazione, è stata esclusa dalla competizione per dichiarati motivi politici. Solo 25 Paesi hanno partecipato alla finale, gli altri 15 erano stati eliminati in semifinale.

Solo gli ingenui credono che il concorso rispetti le regole. In realtà è innanzitutto uno strumento di propaganda. La Nato, che lo concepì nel 1955 (si veda il documento sottostante) ne ha sempre tirato le fila. Gli Stati Uniti, pur non partecipando al concorso, ne sono da sempre i veri arbitri. Si tratta della terza vittoria dell’Ucraina: dopo quella del 2004 (Rivoluzione Arancione), c’è stata quella del 2016 (annessione della Crimea alla Federazione di Russia), infine quella del 2022 (guerra russo-ucraina).

La Nato aveva rinunciato a far trionfare una canzone d’autore a causa dei problemi sorti con la vittoria nel 2016 della canzone 1944, che parlava della deportazione dei tatari di Crimea da parte di Joseph Stalin. Alcuni telespettatori avevano sollevato il problema dell’impegno durane la seconda guerra mondiale di tribù tatare a fianco dei nazisti (in particolare i combattenti della Legione SS tatara di Crimea e della Legione SS Idel-Ural).

Dopo la proclamazione della vittoria, il cantante del gruppo ha gridato «Gloria all’Ucraina!», il grido di guerra dei banderisti al suono del quale durante la seconda guerra mondiale hanno assassinato 1,6 milioni di concittadini.

I documenti sottostanti sono stati declassificati il 16 gennaio 2015, a norma delle leggi statunitensi. Sono firmati dallo statunitense Geoffrey Parson Jr,. capo dell’ufficio stampa della Nato e portavoce dell’Alleanza Atlantica.

Rompendo la tradizione, il segretario generale dell’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico, Jens Stoltenberg, durante una riunione a Berlino si è congratulato per la vittoria dell’Ucraina all’Eurovision.

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1955
(PDF - 253.1 kio)

1956
(PDF - 523.8 kio)