Dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica nel 1991, si formarono nuovi Stati sulla base delle divisioni regionali dell’URSS. Tuttavia la Transnistria, che dopo la seconda guerra mondiale venne annessa dall’amministrazione sovietica alla Moldavia, si dichiarò indipendente cinque giorni dopo l’indipendenza di quest’ultima.

I moldavi s’ispiravano al modello statunitense, gli abitanti della Transnistria a quello di Mikhail Gorbaciov: costruire una nazione al tempo stesso democratica e comunista. Gli Stati Uniti, furiosi, tentarono nel 1992 di distruggere la Tansnistria reclutando un esercito rumeno comandato dal colonnello Howard J.T. Steers (consigliere speciale della Nato) [1]. La Russia di Boris Eltsin non la sostenne, ma i transnistriani si difesero da soli e conquistarono la libertà.

Oggi i sussidi sociali e gli stipendi dei dipendenti pubblici non sono pagati da Chisinau, nonostante la Moldavia, non riconoscendo l’indipendenza della Repubblica moldava del Dnestr (Transnistria), ritenga i transnistriani propri cittadini.

Sebbene sia stato concluso un accordo tra la Moldavia e la Repubblica non-riconosciuta del Dnestr che consente a quest’ultima l’accesso sia al mercato dell’Unione europea sia a quello globale, a inizio 2024 Chisinau ha emanato nuove norme. Le imprese transnistriane, che commerciano con 90 Paesi, devono essere registrate in Moldavia per farvi transitare le merci. Ma non lo possono fare perché le banche moldave glielo negano. A causa della guerra non possono passare nemmeno dall’Ucraina.

Per tutto il mese di gennaio a Tiraspol ci sono state manifestazioni di protesta contro questo strangolamento economico. I due terzi dei transnistriani hanno triplice nazionalità: moldava, transnistriana e russa. In Transnistria è presente una missione di pace permanente di 1.500-2.000 soldati russi.

Il 21 febbraio il presidente della Transnistria, Vadim Krasnosselski, ha annunciato la convocazione di tutti i deputati in Congresso: è la prima volta da 18 anni. L’Ucraina, che a settembre scorso aveva tentato di assassinare il presidente transnistriano, ha immediatamente inviato sul posto il proprio ambasciatore, Paun Rogovei, per evitare che la situazione degeneri. Il 27 febbraio il dipartimento di Stato Usa ha mandato in Transnistria Christopher W. Smith, uno dei vice della sottosegretaria Victoria Nuland.

Il 28 febbraio si è riunito il Congresso dei deputati: ha invocato aiuto dalla Russia, ma non ha chiesto l’annessione alla Federazione di Russia, sebbene con il referendum del 2006 lo avesse deciso il 97% della popolazione e, nel 2014, al momento dell’annessione della Crimea, anche il governo della Transnistria.

Nel 2019 la Rand Corporation, think tank del complesso militare-industriale statunitense, stese un piano per indebolire il rivale russo, costringendolo a intervenire prima in Ucraina poi in Transnistria [2]. Il 5 settembre 2019 il piano venne presentato alla Camera dei rappresentati.

A gennaio 2022 l’Alto rappresentante dell’Unione europea per gli Esteri, Josep Borrell, si è recato al confine tra Ucraina e Transnistria per incontrare la Missione di assistenza dell’Unione europea alle frontiere della Moldavia e dell’Ucraina (European Union Border Assistance Mission to Moldova and Ukraine – EUBAM), per pianificare l’attuale crisi [3].

Questo articolo è l’editoriale di «Voltaire, attualità internazionale» n° 76. Per saperne di più abbonatevi:
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Traduzione
Rachele Marmetti

[1« En 1992, les États-Unis tentèrent d’écraser militairement la Transnistrie », par Thierry Meyssan, Réseau Voltaire, 17 juillet 2007.

[2Ucraina, era tutto scritto nel piano della Rand Corp.”, di Manlio Dinucci , Rete Voltaire, 8 marzo 2022.

[3Josep Borrell organizza l’assedio del Donbass e della Transnistria”, Traduzione Rachele Marmetti, Rete Voltaire, 10 gennaio 2022.