L’8 settembre 2019 YouTube, proprietà di Google, ha chiuso i canali del governo siriano, fra cui quello della presidenza della Repubblica, del ministero della Difesa e anche dell’agenzia di stampa governativa Sana.

YouTube non ha fornito spiegazioni.

Poiché i canali esistono da diversi anni e hanno programmi differenziati, questa censura collettiva non può trovare ragione nei contenuti, bensì soltanto nell’editore: il governo della Repubblica Araba Siriana.

Gli Stati Uniti minacciano d’attaccare entro breve la Siria. Il Pentagono ha presentato al presidente Trump un piano di bombardamento del Paese che comprende la distruzione delle istallazioni radio e telediffusione. In caso di attacco occidentale, il governo siriano sarebbe impossibilitato a comunicare con i suoi cittadini e con l’estero.

Traduzione
Rachele Marmetti